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La leadership per uscire dalla crisi: Resiliente.

Avere il controllo del presente con il giusto business acumen per immaginare ciò che avverrà dopo l’emergenza.

By: Leonardo Zaccheo

In periodi di crisi e di grandi sfide, la leadership conta più che mai.

Le crisi mettono sempre in tensione strutture, uomini e mercati e, soprattutto, fanno emergere aspetti di debolezza della leadership su quelle caratteristiche manageriali e personali che non erano state così necessarie fino a quel momento, ma che sono diventate vitali per affrontare un oggi incerto e costruire un nuovo domani.

Non esistono leadership generaliste, valide per tutte le stagioni.

I momenti di crescita e di sviluppo lineare richiedono doti di comando differenti da quelle necessarie in momenti di crisi o di sfide generate da un futuro non interpretabile con l’aiuto dei dati storici e dei modelli pregressi; a maggior ragione quando questa incertezza è generalizzata a livello globale, dipende da fattori in gran parte esogeni e non è generata solo da cause economiche.

Risulta quindi essenziale accertarsi che l’azienda disponga di una leadership adeguata alle mutate condizioni ambientali, che dureranno presumibilmente per un periodo non breve o, in caso contrario abbia un piano per integrarla.

L’evidenza ci dimostra che per affrontare un contesto mutevole e incerto, caratterizzato da spinte trasformative, serve soprattutto resilienza.

La resilienza, nella leadership, è un mix di motivazione e persistenza, di coraggio, intuito e capacità di adattamento; ma è anche ottimismo, integrità, consapevolezza, autorevolezza e influenza. I leader resilienti sanno identificare la sfida quando emerge, la sanno governare durante il suo manifestarsi e definiscono le condizioni per superarla.

Una leadership resiliente, che sappia affrontare il rilancio di un business e guidarlo fuori da un periodo di crisi, sa anche trasferire energia, sicurezza e passione in quello che fa e possiede alcune caratteristiche che ne rendono efficace l’azione.

 

1. Si sente a proprio agio nelle situazioni di incertezza ed ambiguità

Le aziende vivono costantemente in situazioni ove il futuro è incerto.

In tempi di crisi, tuttavia, oltre al tema dell’incertezza, la leadership si confronta con l’ansia, con la paura del fallimento e con il tema della sopravvivenza, temi che spesso paralizzano sia gli individui che le loro organizzazioni.

Rimanere ostaggi dell’indecisione, dell’insicurezza e dell’indeterminatezza dei percorsi da seguire non permette alle imprese di entrare nel futuro; il coraggio di fare scelte, di esplorare l’ignoto e di imparare ad operare con sicurezza nell’ambiguità di un mondo che ha perduto i suoi tradizionali punti di riferimento è ancora più importante nei momenti di crisi.

La leadership resiliente sa identificare le opportunità che offre il cambiamento, ma soprattutto sa crearle; esiste una grande differenze tra la leadership che si limita a cogliere le opportunità, che in fondo sono visibili anche ad altri, e quella che osa su quello che altri non hanno ancora visto o non hanno osato intraprendere. Naturalmente, non si getta a capofitto ma sa nel contempo valutare rischi e benefici di azioni mai intraprese e sa scegliere con coraggio – senza avere tutti gli studi prospettici di dettaglio a disposizione come sarebbe accaduto in un periodo pre-Covid – cosa sia necessario all’azienda per entrare nel futuro: decide cosa interrompere di ciò che ha fatto fino ad oggi, cosa deve fare in modo differente da quello che sta facendo, e cosa dovrà incominciare a fare che non ha mai fatto.

 

2. Possiede forti doti comunicative per mantenere il controllo della narrazione

Avere una visione chiara di dove andare e mostrare passione ed energia per perseguire un nuovo percorso sono qualità essenziali ma non sufficienti, se non sono accompagnate dalla capacità di comunicare – con chiarezza – la rotta che si vuole far percorrere alla propria organizzazione, agli azionisti e a tutti gli stakeholders. La capacità comunicativa, in tempi di incertezza nei quali è meno chiara la direzione, assume per questo un ruolo fondamentale; trasmette sicurezza e motiva le organizzazioni a perseguire nuovi fini.

La leadership resiliente ha capacità narrativa e sa articolare uno storytelling efficace; sceglie la via, agisce e comunica con schiettezza e trasparenza sia i rischi che intende affrontare che le opportunità che intende cogliere. Non comunicare o comunicare con ritardo in un momento di discontinuità fa emergere narrazioni fuori controllo e potenzialmente avverse alla strategia che si vuole perseguire.

Oggi nessuno seguirebbe una leadership chiusa nelle proprie stanze.

 

3. È tempestiva nell’agire, impara dagli errori e sa assumere rischi

Incertezza e ambiguità richiedono risolutezza nei cambiamenti e tempestività nell’agire.
Saper prendere decisioni rapide anche quando non si hanno tutti gli elementi per delineare un quadro completo è una delle caratteristiche chiave per una leadership efficace anche in tempi normali.

A maggior ragione, in un periodo di estrema nebulosità sul futuro, la leadership resiliente sa prendere gli opportuni rischi per assumere decisioni. Il vero fattore critico di successo è il coraggio di scegliere in assenza di certezze: non essere spaventati dall’agire, dal decidere per il futuro dell’azienda ed essere pronti ad accettare anche il rischio di qualche fallimento.

Per questo una leadership resiliente sa anche riconoscere con rapidità se una o più decisioni che si sono prese si stanno dimostrando errate, ed ha la determinazione e la prontezza di cambiare direzione in maniera rapida, muovendosi verso una nuova soluzione che risulta più congrua al nuovo scenario.

Un’azione rapida e risoluta porta spesso al successo; lo stallo, l’incertezza e l’insicurezza sono preludio al disastro.

 

4. Sa generare un continuo engagement

La digitalizzazione dei processi, la remotizzazione del lavoro, l’affermarsi dello smart working come modello operativo emergente dalla crisi possono avere come effetto indotto l’alienazione degli individui, un calo del senso di appartenenza e l’isolamento di una parte dei collaboratori che non riescono a integrarsi nel nuovo.
La mancanza delle interazioni personali giornaliere e della possibilità di respirare la cultura della propria azienda può avere effetti inibitori sull’efficacia di una organizzazione e sulla sua motivazione all’agire.

Costruire squadra, condividere obiettivi e risultati, favorire la collaborazione, motivare allo scambio interpersonale rimangono tuttavia fattori critici di successo. Non solo con i propri collaboratori, ma anche con clienti, fornitori ed altri stakeholders.

La leadership resiliente mantiene e rafforza l’engagement con il proprio network; sa quanto sia importante mantenere l’integrità di un team; sfrutta le tecnologie per accorciare le distanze; agisce attraverso modalità differenti dal passato per conseguire collaborazione, partecipazione, inclusione e accountability; mantiene una solida identità aziendale anche se agisce con operatività remotizzata e garantisce integrità organizzativa, soprattutto in momenti difficili, quando incertezza, preoccupazioni personali e rumori di fondo possono essere fonti di mancanza di partecipazione e demotivazione nei confronti della propria azienda.

 

5. Ha una forte consapevolezza situazionale

Rimanere bloccati nelle abitudini pregresse e difendere lo status quo apportando solo cambiamenti marginali per adeguarsi ad una nuova situazione, potrebbe essere fonte di un potenziale disastro. Per poter beneficiare delle opportunità offerte dal futuro occorre curiosità ed attenzione, contatto con la business e la financial community, capacità di guardare all’orizzonte, di vedere i segnali deboli ancora confusi e di anticipare i nuovi modelli che emergeranno.

La leadership resiliente sa cogliere le opportunità quando si manifestano, soprattutto quelle legate ai trend emergenti; saper leggere i segnali deboli o potenziali del mercato prelude alla conquista di nuovi spazi competitivi.
Un leader resiliente dovrà anche essere capace di attivare, indirizzare e condurre la propria organizzazione a credere nel nuovo modello, ad essere essa stessa proattiva e fonte di ispirazione nel generare il cambiamento.

 

Concludendo

In sintesi, la vera sfida della leadership attuale, sia essa composta da executive o da imprenditori coinvolti in prima persona nella gestione dell’azienda, è quella di saper anticipare i trend e cogliere le opportunità emergenti dai nuovi scenari generati dalla crisi mondiale, trasmettendo con trasparenza ed efficacia ai propri stakeholders una visione di successo ed un percorso strategico per il recupero e il riposizionamento dell’impresa.

Contemporaneamente, il leader dovrà saper rispondere a bisogni più immediati quali assicurare la salute e la sicurezza ai propri collaboratori e saper tenere allineata l’organizzazione, mantenendo vivo il senso di appartenenza anche con persone disperse dallo smart-working,

Ma soprattutto dovrà saper rispondere a due domande cruciali: quali sono la visione ed il percorso giusti per navigare fuori da questa crisi e come posso essere veramente credibile nel perseguirlo? Perché l’azienda e gli investitori dovrebbero seguirmi?

Leonardo Zaccheo

Amministratore Delegato

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